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Sebbene i dati non riguardino l’Italia, dove il consumo di sostituti analcolici è sì in crescita ma non a questi livelli, piattaforme online come Drizly affermano che nei paesi anglosassoni hanno visto crescere del 290% la vendita di distillati analcolici. Questa categoria occupa solamente lo 0,3% del mercato degli alcolici, ma è indubbio che vino, birra e spirits analcolici sono una delle sottocategorie in maggiore crescita di anno in anno.

Per le nuove generazioni il cocktail è un piacere, non una via per l’ebrezza

I distillati analcolici attirano principalmente Millennials e Gen Z senza, tuttavia, distinzione di genere. La maggior parte sono sostituti del gin, che occupano quattro dei primi dieci prodotti analcolici per Drizly, ma cominciano a richiamare l’attenzione dei consumatori anche le alternative a whisky e aperitivi, quest’ultima categoria forse tra le più popolari in Italia da molti anni anche tra le generazioni più anziane grazie a prodotti come il Crodino.

Liz Paquette, responsabile delle informazioni sui consumatori di Drizly ha commentato: “Oggi i consumatori possono scegliere tra un’offerta più ampia di prodotti di alta qualità che hanno lo stesso sapore di birre, vini e distillati tradizionali, ma senza alcol. Anche l’innovazione di prodotto sia tra i player già esistenti sia tra i nuovi sul mercato sta contribuendo a far crescere la categoria.

Il maggiore ostacolo alla crescita è l’alto costo dei distillati analcolici, talvolta maggiore della loro versione alcolica. Come riportato da The Spirits Business, il prezzo medio per unità di “spirits” analcolici è di $ 28,60, mentre il prezzo medio dei liquori è di $ 28,10. I consumatori che accettano di pagare di più per un analcolico sono quelli che capiscono quanto sia più difficile creare un buon prodotto di questo tipo. Infatti, anche se l’acqua costa meno dell’alcol, questa non è altrettanto efficiente nell’estrarre e conservare i sapori, di conseguenza durante la distillazione viene comunque utilizzato l’alcol e quantità molto maggiori di botaniche per poter ottenere un sapore intenso.

I produttori e i rivenditori non stanno investendo solo in questa direzione, però, poiché in molti scommettono che a crescere saranno anche i prodotti con CBD e con cannabis. Questi sicuramente riscuotono una certa popolarità anche nel nostro paese, nonostante le difficoltà che talvolta si incontrano nella produzione per via di una mancanza di linee guida perfettamente chiare sull’uso di queste sostanze negli alcolici e sulle modalità con cui possono essere proposti al pubblico.

Fonte: Beverfood.com